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L' Angolo Storico . del . Santuario . del . Carmine . . .

Le famiglie di bagnara attraverso il

~ LIBER MORTUORUM ~

del CARMINE e del ROSARIO

***** LA DOCUMENTAZIONE TROVATA, RIGUARDO I SEGUENTI ARGOMENTI , CI DA UNA CHIARA VISIONE DELL' INTENSA ATTIVITA' TENUTA DALLA DIRIGENZA DELLE CONFRATERNITE NEL CORSO DEI SECOLI ***

Dopo l'atto di fondazione dell'arciconfraternita, uno dei documenti più interessanti è senz'altro il "LIBRO DEI MORTI". Tra i nomi più significativi si ritrovano i duchi di bagnara , che furono tutti Priori del Carmine. La prima trascrizione di morte è del 15 luglio 1685, due anni prima dell'atto di fondazione che si conserva all' archivio del Rosario. E' ipotizzabile che la Confraternita svolgesse le proprie attività già da allora, e che il documento di cui sopra non sia che la conclusione formale di una situazione in atto da qualche anno. Altra particolarità riscontrata sul Libro, il frequente uso di soprannomi, che insieme al nome di battesimo e al cognome, costituivano un dato anagrafico a tutti gli effetti anche se limitato ai Confratelli di modesta condizione sociale . Sfogliandolo troviamo una breve cronaca del terremoto del 1783 , con l 'elenco dei Confratelli scomparsi . Oltre alla Bolla di Benedetto XIII del 1728, in cui si concedeva l'Indulgenza Plenaria nel giorno della Festa, la parte più cospicua dei documenti riguarda il 1800. Testimonianze di "grazia ricevute" e toccanti sottoscrizioni di confratelli emigrati ; la lista degli oggetti in oro donati dalla Confraternita alla Patria nel 1935 . Moltissima infine la corrispondenza dei Priori vari, scambi di auguri e abili "manovre" per accaparrarsi il Predicatore più "à la page" per la festa del 1891, commissioni varie tra cui l'acquisto di boccette di acqua di colonia per il Priore, comm. De Leo .

Libro dei Confratelli morti - 1685 - Frontespizio

Su una pagina del Libro dei morti spicca un disperato, quanto inconsueto, tentativo di cancellatura ai danni di un confratello deceduto il 20 giugno 1799. Il personaggio di cui si voleva occultare la memoria era tale Vincenzo Calarco, noto brigante, che insieme al fratello comandava una banda di malviventi che aveva perseguitato la popolazione bagnarese nei primi mesi della Repubbilca Partenopea. Macchiatosi di diversi delitti "eccellenti ", tra cui l'uccisione del medico e letterato D. Rosario Savoja e del giureconsulto D. Basilio Messina, fu esso stesso ucciso con una fucilata sparatagli in fronte da D. Giuseppe Sciplini. Terminava così un periodo di violenze e sopraffazioni, e la morte del brigante, malgrado tutto, confratello carmelitano, veniva diligentemente annotata sul LIBER MORTORUM .

Particolare : Il nominativo cancellato a posteriori è quello di un sanguinario brigante ucciso nel 1799 da Giuseppe Sciplini.

 

Con il passare degli anni la Confraternita accresceva il proprio prestigio, che raggiunse l' apice a metà del 1800 , (da ricordare a questo proposito, la visita del 18 ottobre 1852 di Ferdinando II di Borbone che, con il Duca di Calabria , il Conte di Trapani, e altri membri della Corte di Napoli) rese omaggio alla chiesa, e il segretario dell' epoca considerando disdicevole elencare tra i propri defunti un brigante come il Calarco, cercò di eliminare il ricordo con ripetute, quanto vane, macchie d'inchiostro, forse presagio degli avvenimenti che da li a pochi anni avrebbero segnato l' escalation della Confraternita, a cominciare dalla" Solenne Incoronazione"del 1891, che per volontà del priore Rosario De Leo fu Santi , doveva rappresentare l'avvenimento religioso e mondano di quegli anni, per culminare a metà '900, con la visita del Principe Ereditario di Savoia, e con la sua nomina a Priore Onorario .

Definitivamente tramontata l'epoca di "mannesi " e briganti, il Carmine diventa:

"Nobile   Arciconfraternita"

 

CURIOSITA' E STRANEZZE DEI DUE LIBRI

Certamente questi due libri, rappresentano uno spaccato della storia di bagnara. Uno dei compiti principali della Confraternita era quello di dare degna sepoltura ai confratelli iscritti, perciò suquesti libri con molta cura viene trascritto il confratello morto , e spesso la carica che ricopriva in vita in seno alla Confraternita di apparteneza. Esaminando i libri, due punti saltano subito agli occhi: il primo è che le donne non compaiono mai, come se non esistessero, il secondo è che le Confraternite fondate alla fine del 1500, erano nate per dare una parvenza di nobiltà alla nuova classe di ricchi, formata da proprietari terrieri, di barche , commercianti e artigiani , che desiderosi di uscire dalla massa rischiavano di entrare in conflitto conla vecchia nobilta'. Da ciò è facile dedurre che le Confraternite erano congregazioni molto classiste , oggi diremmo dei "clubs" molto esclusivi, nei quali non figuravano le donne, di qualsiasi ceto, e gli uomini di classi sociali più umili .

Il libro del Carmine che per incuria è stato tenuto per lungo tempo relegato nel fondo di una cassa, si presenta molto vecchio e deteriorato , misura cm . 30 x 22.5 , le pagine sono in carta pergamena . Si apre in prima pagina con una preghiera per i defunti , la seconda ci spiega come saranno elencati e annotati i decessi e porta il nome del primo compilatore : il segr. Carlo Antonio Morello di Andrea, nel XIIº anno del suo segretariato, la data è del 1685. Segue un'altra pagina con il nome del segr. Giuseppe Sofio nell'anno 1820. Una pagina bianca e due di preghiere ai defunti. Dopodichè inizia l' elenco con il primo morto: F. Gaetano Barbaro I (luglio 1685 ; l'elenco termina con Eustachio del Gaudio, 2 gennaio 1903). Il libro del Rosario è formato da due volumi. Il primo misura cm . 32.5 x 22.5 in carte pergamena e si presenta in ottimo stato di conservazione . Anche quì ci viene spiegato come saranno elencati e annotati i decessi. L'unico segr. riportato è Domenico Ventre, nell'anno 1834.

Sua è la mano che elenca i morti a partire dal 2 giugno 1632, per cui il primo volume del Rosario non è l'originale, ma è stato ricopiato. Questo nulla toglie al suo interesse storico. Il primo confratello morto è Silvestro Gerace , l'ultimo decesso registrato è quello del confratello Vincenzo Morello di Antonio il 15 giugno 1875. Leggendo i libri non possono mancare le curiosità . La più simpatica è quella dei soprannomi, molti morti infatti, vengono elencati con nome, cognome e " ingiuria ", come per esempio nel libro del Carmine: Placido Di Pino alias " Levita ", morto il 25 dicembre 1734, forse così soprannominato per le sue origine  ebraiche. Gaetano Barilà alias " l'abbate", morto il 14 giugno 1741, Rosario di Majo, alias "caratolla" morto nello stesso anno. La cosa che più colpisce è il fatto che il Duca di bagnara, Francesco Ruffo morto nel 1715 e il Duca D. Carlo Ruffo, morto nel 1750, risultano iscritti in entrambe le Confraternite rispettivamente con la carica di Prefetto al Carmine e con la carica di Priore al Rosario. Nei due libri ci viene riportato con un commovente necrologico.

Questo terremoto fu tanto disastroso che viene ricordato come "il grande flagello". La nostra cittadina fu completamente distrutta e gran parte dei nostri concittadini perirono sotto le macerie. Su una popolazione di 5.658 persone, ne morirono 3.324 , di cui la grande maggioranza, 2.289 erano uomini e bambini. Dai libri risultano solamente 153 per il Rosario, e 184 pe r il Carmine, per un totale di 237 morti. Dopo il terremoto del 1783 e in seguito all'editto del 1806, emanato da Napoleone, i morti non vengono più sotterrati nei locali della Chiesa, ma si continuano a tenere gli elenchi e in essi si notano dei nuovi cognomi, sicuramente di gente nuova venuta per ripopolare la città dopo la grande catastrofe.